MotoGP: come funziona il cambio Seamless

2022-09-24 05:54:06 By : Ms. Candice zhou

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Con il termine seamless si indica quel tipo di cambio che consente di passare da una marcia all’altra in maniera completamente fluida, senza la solita “pausa” che si verifica quando si disinnesta la frizione. Grazie a questa maggior fluidità la moto recupera un buon 7% in termini di prestazioni. Il termine seamless, infatti, significa “innesti continui” e la marcia viene innestata proprio quando il pilota innesta con il piede la leva.

I motori delle attuali MotoGP sono talmente potenti che a tutto gas, soprattutto se il pilota è particolarmente leggero, la ruota anteriore si solleva indipendentemente dalla marcia in cui si trovano. Sebbene l’elettronica aiuti la risposta della moto, non è possibile utilizzare questa modifica per migliorare l’accelerazione, che è già al limite, ma può essere utilizzata per ridurre il consumo. Il progetto di questo cambio non è più un segreto, infatti Honda ha deciso di pubblicare in rete il brevetto ufficiale.

In un cambio tradizionale, è necessario interrompere il movimento della trasmissione del motore per consentire alle parti di innestarsi e disinnestarsi. Questa pausa, in cui la frizione si disinnesta e si riattiva, provoca uno strappo che destabilizza la moto e provoca una diminuzione di efficienza.

Per evitare questo, il cambio seamless ha uno speciale meccanismo che consente la selezione di due marce contemporaneamente, ma solo una trasferisce la coppia alla ruota posteriore. Il meccanismo ha quattro giunti a forma di flangia, la cui forma consente di bloccare uno degli ingranaggi in movimento, come un cricchetto. Un meccanismo interno sposta queste flange in modo tale che quando si cambia marcia, vengono rilasciate dall’ingranaggio bloccato, lavorando completamente con la marcia appena impegnata.

Delle quattro flange, due di esse sono usate per ingranare le marce e le altre due per scalare. È necessaria una minima perdita di spinta per disinnestare gli ingranaggi, rispetto a quanto sarebbe necessario in un cambio tradizionale. Il processo è calcolato meticolosamente per fare effettuare un cambio marcia in 1 centesimo di secondo.

Il meccanismo che consente di cambiare marcia senza disimpegno è davvero complesso e richiede una manutenzione speciale. Ad ogni Gran Premio, i tecnici specializzati dovrebbero controllare e regolare il cambio per assicurarsi che funzioni perfettamente. I riduttori sono soggetti a condizioni estreme che richiedono una manutenzione precisa per evitare possibili rotture dei denti degli ingranaggi o usura prematura.

La possibilità di cambiare marcia in tempi fulminei ha l’immediato vantaggio di offrire maggiore stabilità alla moto in tutte le condizioni, sia che la moto sia inclinata, in frenata o durante un’accelerazione, con risultati simili al controllo anti-jerk riducendo al minimo lo strappo durante l’accelerazione nei cambi di marcia. Ciò si traduce in tempi sul giro migliori, una migliore gestione degli pneumatici e la già citata riduzione del consumo di carburante. La vera rivoluzione di questo cambio, in sintesi, è che la marcia successiva viene inserita mentre quella precedente è ancora innestata e quest’ultima si sgancia, quando la prima è “entrata” completamente. Sia in salita, che in scalata il funzionamento è lo stesso.

Mi chiamo Francesco, classe 96. Laureato in Ingegneria Meccanica e studente alla magistrale di Ingegneria Meccanica per l’Energia e l’Ambiente alla Federico II di Napoli. Passione sfrenata per tutto ciò che ha un motore e va veloce. Per info e collaborazioni inviare una mail a framenna96@gmail.com

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