Tracheostomia: procedura di medicazione e gestione della cuffia

2022-05-09 08:00:04 By : Ms. Chunmei Wang

Pubblicato il 26.08.21 di Sara Pieri Aggiornato il 26.08.21

La tracheostomia è il confezionamento di uno stoma che permette la comunicazione fra la parte superiore della trachea e l’ambiente esterno, dove viene posizionata una cannula che possiamo avere di diversi modelli e dimensioni in base alle esigenze del paziente. La gestione infermieristica della tracheostomia parte dalla conoscenza del presidio stesso: sapere se abbiamo a che fare con cannula cuffiata, non cuffiata o fenestrata, permette all’operatore di poter lavorare in sicurezza e consapevolmente.

La stomia, quando viene confezionata, risulta essere una vera e propria “ferita” chirurgica e come tale va trattata; infatti, nelle prime 24-48 ore dall’intervento lo stoma va medicato con garze sterili che non vanno rimosse se non in caso di presenza di perdite di pus, muco, sangue.

Dopo le prime 48 ore la medicazione va controllata ogni giorno rimuovendo la medicazione in sede:

Esistono medicazioni avanzate, pre-formate appositamente per la tracheostomia, in TNT impregnata all'argento, per una maggiore antisepsi.

Durante la procedura di medicazione della tracheostomia va prestata attenzione alla cannula, tenendola ferma dalla flangia esterna, evitando eccessive sollecitazioni della stessa per evitare di irritare e/o lesionare le pareti interne.

La gestione della medicazione comprende anche la cannula stessa, che - come anticipato - può essere di diverso tipo per modello, dimensioni e caratteristiche.

e possono o meno essere: fenestrate e dotate di controcannula.

Per le cannule cuffiate, dove il pallone si trova al terzo distale con sistema di gonfiaggio unidirezionale luer, è necessario conoscere la pressione di gonfiaggio della cuffia, solitamente compresa fra 18/25 mmHg; la cuffia presente nella cannula non va confusa come un pallone di ancoraggio, poiché il suo scopo è quello di isolare completamente la parte inferiore e superiore della trachea.

Ideale nei pazienti in ventilazione meccanica, così da non avere dispersioni durante la ventilazione, la quale non sarebbe altrimenti efficace, pazienti con alto rischio di ab-ingestis, così da evitare che il cibo raggiunga le basse vie aeree qualora invece dell’esofago dovesse imboccare la via respiratoria. La pressione deve essere controllata con manometro ad ogni medicazione per evitare che sia troppo sgonfia e quindi scongiurare quanto appena descritto; al contrario, che non sia troppo gonfia per evitare decubiti delle pareti tracheali.

La controcannula, che si trova internamente alla cannula, ancorata ad essa con un sistema di fissaggio avvitabile, deve essere rimossa e lavata sotto acqua corrente, pulita con scovolini appositi per rimuovere le secrezioni interne e farla asciugare all’aria o utilizzando garze sterili, in modo da non lasciare residui di acqua che potrebbero, una volta ri-posizionata la controcannula, stimolare la tosse al paziente (se sono presenti due controcannule, queste possono essere conservate per 24 ore in soluzione fisiologica, all’interno di un contenitore, così da alternarle giornalmente).

Un altro presidio presente e di assoluta importanza è il laccio di fissaggio; per mantenere la tracheostomia in sede è necessario che ci sia un sistema di fissaggio al collo del paziente, questo viene fatto utilizzando una fascetta apposita di materiale morbido e confortevole, che presenta due porzioni di velcro nella parte finale che servono per fissarlo in base alla dimensione del collo.

Questo per evitare che la cannula si sposizioni, specialmente durante le medicazioni, durante l’atto della tosse, durante la ventilazione meccanica in cui i tubi di raccordo al ventilatore pesano e possono portare in avanti la cannula.

Altri presidi annessi alla tracheostomia, da gestire e mantenere puliti sono:

Pazienti portatori di tracheostomia sono soggetti a secchezza delle vie aeree considerando che durante la respirazione viene bypassata la via aerea superiore (mucosa del naso e della bocca) e l’aria o il gas medicale arriva direttamente alle basse vie aeree.

Per ovviare a questo problema - che causa ai pazienti secchezza, cheratinizzazione, ostruzioni della cannula, infezioni - si utilizzano dei filtri scambiatori di umidità e calore (in gergo chiamati: “naso artificiale”), che a loro volta possono diventare un habitat ideale per i microrganismi, motivo per cui è importante che siano monitorati e sostituiti secondo le indicazioni della casa produttrice.

L’aspirazione delle secrezioni bronchiali in pazienti portatori di cannula tracheostomica è una procedura che va eseguita quando necessario, poiché invasiva e irritante per la mucosa, nonché quando si rilevano segni di ingorgo bronchiale: tosse eccessiva, fuoriuscita di muco dalla cannula, sospetto di ostruzione della cannula e conseguente difficoltà respiratoria tramite la valutazione di parametri vitali e segni, quali: tachipnea, alterazioni della meccanica respiratoria, colorito cutaneo, auscultazione dei campi polmonari, percezione tattile al torace di fremiti dovuti al passaggio di aria tra le secrezioni.

La procedura deve essere fatta in modo asettico (guanti o guanto singolo sterile) con sondini da aspirazione sterili e monouso, del calibro adeguato al tipo di secrezioni che si devono aspirare, preparando un piccolo campo sterile al letto del paziente.

Si inizia iper-ossigenando il paziente per 1 minuto prima e dopo per evitare ipossiemia procedurale, successivamente si procede lungo la cannula con il sondino “libero”, cioè non in aspirazione, si raggiunge la zona interessata e con movimenti rotatori, in aspirazione, si torna fuori aspirando le secrezioni. Al termine valutare sempre la quantità e la qualità di quanto drenato all’interno del contenitore dell’aspiratore, segnalando in cartella variazioni.

Con la procedura di aspirazione, utilizzando circuiti idonei di raccolta, si possono prelevare campioni sterili di secreto per analisi laboratoristiche, specialmente in casi di sospetta infezione delle vie aeree.

Tutto il materiale va smaltito secondo procedura aziendale, prestando particolare attenzione ai rifiuti infetti.

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